31 MARZO 2006

Nel nord Uganda si muore tre volte più che in Iraq  

Nairobi, 31 mar - Nel Nord dell'Uganda, preda di una sanguinosa guerra civile da ormai 20 anni, si muore di morte violenta tre volte in più che in Iraq nel periodo successivo all'attacco degli americani e degli alleati. E' quanto rivela, tra l'altro, un drammatico rapporto diffuso dal Csopnu (Civil Society Organisation for Peace in Northern Uganda, raggruppa oltre 50 Organizzazioni non Governative), e ricevuto a Nairobi.   Per l'esattezza in quella regione muoiono di morte violenta 146 persone alla settimana, quasi 21 al giorno. Vale a dire che, proporzionalmente, ogni giorno questo destino capita a 0,17 persone ogni 10.000 abitanti, mentre la proporzione media in Iraq dal 2003 ad oggi è di 0,052.   Restando alle cifre secche, il rapporto afferma che il costo economico (e ben più drammatico è quello sociale) del conflitto è stato finora di 1,7 miliardi di dollari, ed è valutabile a circa 85 milioni di dollari annui. Una cifra che, esemplifica il documento, basterebbe a provvedere di acqua potabile 3,5 milioni di persone, vale a dire, per esempio, l'intera popolazione della Liberia.   La guerra civile, poi, ha costretto quasi due milioni di persone (di fatto l'intera popolazione civile del Nord dell' Uganda) ad abbandonare villaggi e zone coltivabili per cercare rifugio in campi profughi dove manca anche l'indispensabile per sopravvivere. Circa 25.000 bimbi sono stati rapiti dai guerriglieri (appartenenti alla Lord Resistence Army, Lra) che hanno reso schiave concubine le bimbe, minimiliziani i maschi. Tutto ciò tra orrori senza fine: madri costrette ad uccidere un figlio per salvarne altri due; ragazzi obbligati ad abbattere i loro amici per mostrare la 'fedeltà' al capo (e sperare così di salvare la pelle), nasi ed orecchie tagliate come 'monito', popolazioni di interi villaggi fatte a pezzi a colpi di machete, o date alle fiamme all'interno delle loro capanne, e via di questo passo.   Il documento, poi, chiede con insistenza una posizione chiara ed attiva da parte dell'Onu, a cui sono giunte da più parti, ed anche dai massimi livelli dei suoi inviati sul campo, pressanti richieste in tal senso, ma che finora non si è pubblicamente impegnato a livello di segretario generale.   L'Lra propugna l'abbattimento dello stato secolare ugandese,  la creazione di una nazione basata sul rigido rispetto dei precetti biblici, in particolare i Dieci Comandamenti. Ma nulla di cristiano vi è nella sua sanguinosa azione, che anche al cosiddetto livello religioso altro non e' che un confuso coacervo sincretico di riti ancestrali locali ammantati da simbologie cristiane ed anche musulmane.  (ANSA).