18 febbraio 06

WTO: ONG, UE MINACCIA AGRICOLTURA AFRICA, STOP AD ACCORDI

Tre ong denunciano: la politica agricola europea soffoca lo sviluppo di quella africana

Gli accordi di partnership economica che l'Unione europea sta negoziando con le sue ex colonie dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico per aumentare la liberalizzazione dei mercati rischiano di soffocare lo sviluppo agricolo di quei Paesi.
E' la denuncia delle organizzazioni non governative Terra Nuova, Roppa e Trade Watch che hanno messo in evidenza i rischi di tali intese che la Ue sta negoziando dal 2002.
''Gli accordi di partenariato economico costituiscono una grave minaccia per l'Africa, dove rischiano di dare il colpo di grazia all'agricoltura familiare che fa vivere la gran parte della popolazione, ma anche un Italia, dove portano benefici all'industria agroalimentare a danno dei produttori'', ha spiegato Nora McKeon, di Terra Nuova, ricordando che i prodotti a rischio di concorrenza negli accordi (frutta, verdura e olive) rappresentano ''più del 45% del valore aggiunto agricolo di otto regioni italiane, otto spagnole, otto greche, quattro belghe, una portoghese e una francese''.
''La Ue è la prima potenza agroalimentare della terra, ma usa la sua forza per imporre un modello di agricoltura basato sulla competitività delle multinazionali agroalimentari, ottenuta grazie ai bassi prezzi pagati agli agricoltori'', sottolineano le ong, portando ad esempio gli scambi con l'Africa occidentale: concedendo a quest'area di esportare prodotti agricoli senza tasse o restrizioni, l'Europa - dove tali prodotti rappresentano appena l'1% delle proprie importazioni -si assicura con le proprie esportazioni il 49,9% del mercato della regione.
''L'Africa potrebbe bastare a se stessa se la sua agricoltura familiare non fosse ostacolata da nefaste regole commerciali sottoscritte come la tariffa estera comune, la tassa unica in vigore sulle merci importate, troppo bassa per offrire una protezione contro le pratiche di dumping'', dice Ndiogou Fall, di Roppa, chiedendo il diritto alla sovranità alimentare per ogni Paese, una forte politica di sviluppo rurale, e un maggiore promozione del commercio Sud-Sud.