30 gennaio 06
Due anni fa l’assassinio
di Annalena Tonelli, un libro ricorda questa donna straordinaria.
Aveva trovato nell’amore per Dio e per gli ultimi il senso di una vita degna di essere vissuta. Una vita di servizio e di sacrificio. Anche quello estremo. Annalena Tonelli è vissuta ed è morta, dando una testimonianza cristiana «alta», in una terra difficile come la Somalia, segnata dalla guerra e dall’intolleranza. Ma proprio qui, in mezzo a mille difficoltà e sofferenze, aveva trovato il significato autentico della sua vocazione, nonché la possibilità di un dialogo e di un incontro. È vissuta nel nascondimento, Annalena. Poco si sapeva di lei e della sua straordinaria attività a favore dei malati di tubercolosi, degli handicappati e degli orfani, dei malati mentali o delle donne mutilate… Pochissimo della sua profonda spiritualità, di quella fede rocciosa e radicale, che ha ispirato la sua esistenza e la sua opera. Ora, a due anni dall’uccisione, è il suo silenzio che continua a parlare, il suo «gridare il Vangelo con la vita, sulla scia di Charles de Foucauld». Una vita radicalmente consacrata a Dio e ai più poveri tra i poveri. Dunque, come lei stessa amava ripetere, «la migliore delle vite possibili». (dall’introduzione di Anna Pozzi al libro ‘Un silenzio che grida’ edizioni Pimedit onlus Milano, pag. 48, prezzo 3 euro)