Cardinale: quando Wojtyla sarà beato, una reliquia andrà in Polonia
Roma, 31 mar - Quando sarà proclamato beato dalla Chiesa una reliquia di Giovanni Paolo II verrà ''certamente'' donata alla Polonia. ''Senza dubbio'' andrà ''nella Cattedrale del Wawel''. Parola del cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, amico del pontefice scomparso. Ad un anno dalla morte di 'Karol il Grande', il cardinale polacco in una intervista all'Ansa, parla dell'eredità che la lasciato alla Chiesa. ''Basta vedere le folle che ancora oggi arrivano da ogni parte del mondo per una preghiera sulla sua tomba, nelle Grotte di San Pietro''. Grocholewski che è uno dei testimoni chiamati dalla Postulazione a deporre al processo di beatificazione è certo della santità di Wojtyla. ''Io non ho dubbi in proposito. Per due motivi - spiega il porporato - primo perche' era un uomo di profonda preghiera. Ricordo che quando era cardinale, e io studente di teologia a Roma, rimanevo impressionato dal suo affidarsi a Dio. Anche dopo una giornata piena, fino a notte fonda restava a pregare nella cappella del Collegio polacco. Quando poi divenne Papa, in una delle sue prime uscite al santuario della Mentorella spiegò ai presenti perchè fosse cosi' attaccato a quel luogo. Qui, disse, ho imparato a pregare. Era un mistico Giovanni Paolo II. Ripeteva spesso che il primo compito del Papa è pregare e che un momento di preghiera vale più che molte ore di lavoro, anche apostolico. Si affidava totalmente al Signore e Dio era presente davvero nella sua vita. Totus tuus: Wojtyla trovava nella preghiera la forza di fare tutto. Anche negli ultimi periodi di vita. Il secondo motivo di santità è che si è donato totalmente alla Chiesa. Cosa ci vuole di più per esser santi?''.
Un esempio di santità, ma anche un punto di riferimento per il mondo d'oggi. ''Dopo la sua morte abbiamo sentito parole molto belle provenire da mondi anche lontani. Lo hanno omaggiato intellettuali laici, musulmani, ebrei, buddisti e scintoisti. Non c'è categoria umana che non sia entrata in dialogo con lui - aggiunge Grocholewski - La porta del Papa era sempre aperta. Parlava a tutti con rispetto, non ha mai offeso nessuno e poi era sempre coerente. In 27 anni di pontificato non ha modificato una virgola il suo pensiero di fede: non ha mai alleggerito la Dottrina per far piacere o compiacere''.
Quanto ai 'miracoli' il cardinale è sicuro che Papa Wojtyla ne abbia fatti: ''quelli più importanti sono di natura spirituale. Ho conosciuto persone prive di fede che dopo un incontro con lui hanno trovato il dono della fede. Posso testimoniare anche qualche caso. Una ragazza che poi ho cresimato io si e' convertita: proveniva da un ambiente culturale davvero lontano''.
Sui tempi del processo di beatificazione il cardinale Grocholewski non sa dire se saranno celeri come vorrebbe il 'popolo del santo-subito-santo-subito': ''La Chiesa non fa tutto subito e procede con una certa prudenza. E penso che questo sia giusto. Il Papa sarà beatificato molto presto ma non ora. Penso che la cerimonia di beatificazione sarà fatta a Roma e non in Polonia perchè Giovanni Paolo II ha una dimensione universale''.
Quanto le manca il suo amico Giovanni Paolo II? ''Le sembrerà strano ma non lo sento lontano. Lo sento vicino alla vita della Chiesa. Quando vedo tanti ragazzi in fila per pregare davanti al suo sepolcro, oppure quando assisto alle folle che ci sono a San Pietro durante le udienze di Benedetto XVI mi dico che Giovanni Paolo II ha dato tanto, ha seminato, ha illuminato tanti cuori. La sua eredità la possiamo toccare. Ecco perché lo sento accanto a me e non mi manca''.(ANSA).