I foglietti di Papa Wojtyla, quasi un testamento

 

Città del Vaticano, 26 MAR - La chiesa, progettata da un architetto ebreo, è quella più fortemente voluta da Giovanni Paolo II e che meglio esprime lo spirito del Giubileo. 

Ai piedi del crocifisso ligneo Benedetto XVI stinge nelle mani un foglietto, e ripropone ''questo manoscritto, che - dice - è come un testamento''.

   E' l'omelia che papa Wojtyla ''aveva preparato per domenica 3 aprile dell'anno scorso: nei disegni divini - aggiunge il Papa allargando mestamente le braccia coperte dalla casula rosa - era scritto che egli ci lasciasse proprio alla vigilia e perciò non potè più pronunciare queste parole che mi piace ora riproporre a voi''.

   A pochi giorni dal primo anniversario della morte del predecessore papa Ratzinger compie una ulteriore manifestazione di fedeltà e di affetto riproponendo ai fedeli quel

''manoscritto'' che fa pensare a foglietti di appunti vergati dal Papa ormai prossimo alla fine, impedito a parlare, al culmine della sofferenza. ''All'umanità che talora sembra

smarrita e dominata dal potere del male, dell'egoismo e della paura - si legge nel testo wojtyliano - il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e apre l'animo alla speranza: è amore che converte i cuori e dona la pace''.

   Oggi che si rischia di confondere il cristianesimo con una ''ideologia'', dimenticando che esso è una ''esperienza personale e comunitaria'', per Benedetto XVI il messaggio più

importante occorre riscoprire la ''divina misericordia''. E a ''Dio Padre Misericordioso'' è intitolata la chiesa ''fortemente voluta da Giovanni Paolo II e che - rimarca il successore - esprime in maniera più efficace il significato di quell'evento straordinario che fu il giubileo''.

   Realizzata nell'ambito del progetto giubilare ''50 chiese per Roma 2000'' la parrocchia di Tor Tre Teste, alla periferia orientale della città, e' firmata da Richard Meier, architetto

americano di religione ebraica e simboleggia in tre ardite vele bianche di cemento armato una barca che veleggia nel mondo, simbolo sia della Chiesa che di tutti gli uomini alla ricerca di valori spirituali. Benedetto XVI, che appena arrivato ha gettato uno sguardo curioso e compiaciuto alle tre vele bianche, ha poi definito la chiesa ''una originale struttura architettonica'' ricordando che essa ''attira molti visitatori'' (circa 60.000

dall'inaugurazione, ndr) e ha chiesto ai parrocchiani di impegnarsi per fare apprezzare a tutti coloro che vengono a visitare la parrocchia ''non solo la bellezza dell'edificio sacro, ma soprattutto la ricchezza della comunità viva e dell'amore''.

   Per la visita di Papa Ratzinger alla parrocchia di Tor Tre Teste sono accorse alcune migliaia di persone e molti abitanti del circondario hanno appeso ai balconi striscioni di saluto e teli ricamati bianchi. Al suo arrivo, il Papa è stato accolto dal cardinale vicario Camillo Ruini, dal cardinale titolare Crescenzio Sepe, dal vice gerente mons. Luigi Moretti e dal parroco don Gianfranco Cerbino. Il Papa era accompagnato dal suo segretario mons. Georg Gaenswein, dal prefetto della Casa pontificia mons. James Harvey, dal cameriere Angelo Gugel, dal medico personale Renato Buzzonetti e dal direttore

dell'Osservatore Romano Mario Agnes.

   Per questa sua seconda visita ad una parrocchia romana (la prima è stata il 18 dicembre scorso a Santa Maria Consolatrice, suo primo ''titolo'' da cardinale) Benedetto XVI ha scelto uno stile sobrio limitandosi alla celebrazione della messa. Nelle sue visite a più di 300 parrocchie romane in 26 anni di pontificato, il predecessore era solito incontrare vari gruppi, in genere quello dei bambini, quello dei ragazzi e il consiglio pastorale degli adulti rivolgendo un discorso a ogni gruppo. (ANSA).